Claudia Campanella.

Claudia, raccontaci chi sei oggi …

Mi chiamo Claudia Campanella e quando dico che sono diplomata come maître di sala, avverto sempre una malcelata perplessità. Sarà perché si ha in mente un’idea un po’ antiquata del maître di sala, un maggiordomo d’altri tempi, un po’ attempato, ligio al protocollo, nonché il primo sospettato nei delitti romanzeschi.

Il maitre di sala è una professione molto antica che risale al 1300 quando, con il nome di “scalco”, si faceva riferimento a una specifica figura del personale di sala delle residenze aristocratiche che si occupava di disossare e porzionare pezzi di carne intera per i commensali.

Nel 1500 questa figura si fece più importante, infatti il maitre divenne l’addetto all’organizzazione di tutto il banchetto e quindi del servizio in generale ampliando così il ventaglio delle sue mansioni e competenze. All’epoca, tuttavia, il servizio di sala era molto diverso da come lo viviamo noi oggi, anche per il semplice fatto che era riservato alle classi nobili e agiate. Così come si è evoluto il modo di mangiare, si è contestualmente adattato il ruolo del maître all’interno della sala del ristorante. Ma non solo, attualmente l’ampia e diversificata offerta di tipologie ristorative genera a sua volta differenti figure professionali idonee a quelle peculiari attività.

Come è iniziata questa passione?

Personalmente, avendo iniziato a lavorare come cameriera senza aver frequentato la scuola alberghiera, sentivo la necessità di approfondire le mie conoscenze e competenze. Mi ero appena laureata in Scienze e Cultura della Gastronomia e della Ristorazione (24 ottobre 2019) e nello scegliere come continuare la mia formazione all’interno di un settore vasto e variegato come quello dell’enogastronomia avevo stabilito di specializzarmi nel servizio ristorativo. Questo ramo mi permetteva anche di rafforzare la mia passione per i vini e in generale per i prodotti agroalimentari d’origine. L’entusiasmo per questo settore è nato in me grazie al tirocinio universitario presso un’azienda vinicola dei Colli Euganei.

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Come è iniziata la tua carriera?

Esattamente il giorno stesso della discussione della tesi (che si basava sull’utilizzo di una tecnologia innovativa per il controllo qualità del vino) ho iniziato il mio corso per qualifica di maître. Il corso è organizzato con un periodo di lezioni ed esercitazioni in aula e, successivamente, un tirocinio. A febbraio 2020 a causa della pandemia abbiamo dovuto sospendere le lezioni e io ho colto quella pausa dallo studio per esercitarmi a realizzare cocktail perché ero rimasta affascinata dal mondo della miscelazione. Grazie alla mia curiosità e voglia di diffondere la mia più grande passione ho aperto un sito web (vinochiaro.it)dove come protagonista ovviamente c’è il vino. Questa continua ricerca e formazione mi permette di mettere alla prova ogni giorno le mie doti di scrittura e comunicazione.

A Giugno 2020 ho realizzato uno stage presso un Hotel a 5 stelle. Ho potuto mettere in pratica le nozioni apprese in aula nonché ho avuto l’occasione di vedere il maître muoversi nel suo ambiente naturale e farlo con spontaneità. Il maître è come prima definizione il leader della brigata di sala, e questo è l’aspetto più complesso ma anche il più avvincente del mestiere perché produce le maggiori soddisfazioni professionali. Essere leader non è una qualità intrinseca di una persona ma una competenza interattiva che si instaura all’interno di una relazione. Significa essere capaci di influenzare il comportamento dei propri dipendenti o colleghi per fare in modo che si arrivi insieme all’obiettivo comune. Significa incoraggiare e motivare il personale creando un’atmosfera di lavoro piacevole. Il maître di sala è responsabile di tutto il lavoro di pianificazione e progettazione del servizio che si andrà a realizzare concretamente. Gran parte del suo lavoro viene eseguito prima e dopo lo svolgimento del servizio, durante il quale, invece, supervisiona il lavoro del personale di sala e si assicura che tutto proceda al meglio, ovvero che i clienti siano soddisfatti.

Grazie allo stage ho progressivamente acquisito una delle attitudini che distinguono un direttore di sala qualsiasi da un maître professionale, ossia, l’eleganza della semplicità. È quel gesto di attenzione e premura verso l’ospite, fatto con naturalezza e discrezione, in un momento in cui l’ospite stesso non si aspetta quella gentilezza. Significa che ci siamo accorti delle sue esigenze prima ancora che egli le avesse potute esprimere verbalmente. È un atto di empatia e di intelligenza emotiva, saper riconoscere le emozioni e i desideri degli altri.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

La mia formazione e continua ricerca non si ferma.
Il 17 febbraio 2021 mi sono diplomata  elaborando anche una tesina dal titolo “La carta dei vini: dalla scelta dei prodotti alla stesura della lista”.

Il mio obiettivo professionale è quello di diventare Wine Hospitality Manager presso un’azienda vinicola per coordinare l’ospitalità, l’esperienza enoturistica e la comunicazione digitale. Il percorso è ancora lungo ma sono consapevole che seguendo la strada della crescita formativa giungerò al mio traguardo con grandi soddisfazioni.

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